Il ritardo di esordio e/o di strutturazione del linguaggio verbale è un fenomeno diffuso, tanto da essere uno dei motivi più frequenti di consultazione in ambito neuropsichiatrico infantile in età prescolare.
Di solito, le difficoltà di linguaggio vengono rilevate dopo i tre anni di età, mentre nei primi quattro anni di vita uno sviluppo linguistico “ritardato” e/o “atipico” viene spesso sottovalutato. In realtà, il fatto che un bambino a 24 mesi non parli o abbia un vocabolario ridotto e non sempre comprensibile, può essere l’espressione di un fenomeno transitorio, ma anche di un vero e proprio disturbo.
Poiché non è possibile prevedere l’esito del ritardo, determinare dunque se siamo di fronte a un parlatore tardivo o a un bambino che svilupperà un disturbo del linguaggio, si ritiene necessario attuare un intervento logopedico per ottenere progressi linguistici a breve termine e ridurre gli effetti cumulativi del ritardo.
Tale problema, infatti, può determinare un forte impatto non solo sullo sviluppo linguistico, ma anche su quello emotivo e comportamentale.
Per l’intervento precoce si prediligono interventi che coinvolgono in modo attivo i genitori, in quanto spesso sono proprio loro ad avvertire la necessità di “fare qualcosa” per sentirsi meglio o di apprendere strategie per superare la frustrazione quotidiana di vivere con un bambino che non sviluppa il linguaggio nei tempi previsti.
Il genitore diventa quindi protagonista attivo e parte integrante della terapia, che fornisce strategie che hanno carattere concreto, di facile comprensione e applicazione per i genitori.
L’importanza del filmato
Nell’intervento mediato dal genitore la videoregistrazione ha un ruolo chiave, in quanto permette l’osservazione dell’interazione genitore-bambino in modo da identificare comportamenti che facilitano la comunicazione e da incoraggiare i genitori a incrementare l’uso di tali comportamenti.
Permette, inoltre, al logopedista di guidare con maggiore facilità i genitori all’uso di strategie per raggiungere gli obiettivi comunicativi del bambino; aumentare la consapevolezza dello stile interattivo usato con il proprio figlio; comprendere meglio come i bambini interagiscono e comunicano; guidare i genitori a modificare il proprio modo di interagire con il bambino e a identificare le strategie e l’effetto che queste hanno sulla comunicazione del bambino.
L’intervento precoce dunque permette, non solo di prevenire o ridurre la severità dei problemi, in tempi minori e con costo minore rispetto a un disturbo che si è strutturato, ma rende il genitore consapevole dell’importanza del loro ruolo nello sviluppo del linguaggio del loro bambino.
Dott.ssa Kinga Gaspary, Logopedista